In India 20-30 milioni di persone soffrono di malattia mentale, 9 milioni sono gravi. Ci sono meno di 40 ospedali psichiatrici per un totale di 20 mila letti, e circa 3 mila psichiatri, vale a dire approssimativamente 1 psichiatra per 3.000 persone con schizofrenia o altre psicosi, senza considerare gli altri disturbi mentali. L’estrema povertà del paese redige una lista di priorità tra le quali la malattia mentale non è inclusa. Ne consegue che chi è affetto da un disturbo mentale molto grave, come la schizofrenia o altre psicosi, non ha possibilità di ricevere nessun tipo di cure, specialmente se vive nei villaggi, nelle zone rurali o nei sobborghi urbani: né farmaci, né riabilitazione, né aiuto alle famiglie.
In India i disturbi psichiatrici hanno una prevalenza di circa il 6%. I servizi e le risorse messe a disposizione per la malattia mentale sono estremamente scarsi e, quando presenti, sono concentrati nelle aree urbane. Più del 70% della popolazione vive tuttavia in zone rurali e, pertanto, non ha accesso ai servizi di medicina; tale situazione fa sì che l’India sia uno dei paesi che per primo ha sviluppato un modello di Salute Mentale di Comunità come principale approccio di intervento. Inoltre, la grave carenza dei servizi pubblici viene compensata – anche se solo parzialmente rispetto al bisogno enorme – da una importante e significativa presenza di ong locali.