All’inizio del decennio scorso in Serbia erano presenti più di 60 istituzioni di tipo manicomiale dove venivano internati migliaia di bambini affetti da disabilità fisiche e mentali, condannati a passare il resto della vita in condizioni di vita inaccettabili, tra sporcizia, rubinetti di acqua gelata, fumi del rancio e muffa dei muri scrostati. Numerosi erano i bambini che presentavano segni di denutrizione, pelle piagata, ferite provocate da risse e scatti d’ira incontrollati.
L’approccio utilizzato dai servizi socio-sanitari locali prevedeva uno screening effettuato nella primissima infanzia che stabilisse, con valutazioni estremamente superficiali, se un bambino fosse in grado di vivere nella società. La gravità delle condizioni di vita nei manicomi serbi venne denunciata anche in un rapporto pubblicato nel novembre 2007 da Mental Disability Rights International che accusava la Serbia di tortura e di abusi contro bambini ed adulti con disabilità mentali e fisiche